XXV Rapporto dell’Osservatorio interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino

Pubblicato il 22/01/2024 IMMIGRAZIONE

a cura di: Alessandro Migliardi

Martedì 16 gennaio 2024 è stata presentata presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino la venticinquesima edizione del Rapporto dell’Osservatorio interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino.

Il lavoro, relativo alla situazione aggiornata al 2022, fotografa ad ampio raggio la presenza degli stranieri sul territorio della provincia di Torino, dando risalto ai temi della dinamica demografica di questa popolazione, alla loro integrazione sociale nel contesto metropolitano, al mercato del lavoro e alle qualifiche professionali maggiormente ricoperte, al rapporto con le imprese, alla loro presenza nel sistema scolastico nelle scuole e nelle università ed, infine, al profilo di salute dei migranti.

Hanno partecipato alla stesura della relazione diverse istituzioni come la Prefettura di Torino, la regione Piemonte, la città metropolitana, il comune di Torino, la Camera di Commercio, l'Università di Torino, il Centro per la giustizia minorile, l’Ires Piemonte, l’Agenzia Piemonte lavoro, l’Inail Piemonte e il Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3.

I ricercatori dell’epidemiologia piemontese, insieme all’Assessorato alla salute della regione Piemonte e all’associazione Camminare Insieme-ODV, hanno delineato il profilo di salute degli stranieri presenti a Torino e nell’area metropolitana mettendo l’accento sul tema dell’accesso ai servizi di prevenzione e alle cure. A partire dall’interrogazione di alcuni sistemi di sorveglianza come PASSI e dei principali flussi informativi correnti come i certificati di assistenza al parto e le schede di dimissione ospedaliera è possibile tracciare il profilo di questa popolazione rispetto, rispettivamente, a stili di vita predisponenti una vita in buona salute e l’accesso ai servizi di cura. Fumo, attività fisica, abitudini alimentari e adesione a programmi di prevenzione secondaria come gli screening oncologici continuano ad essere fattori traccianti di una salute più o meno compromessa e mediatori della posizione socio-economica delle persone: anche nei migranti si osservano comportamenti più a rischio e adesioni ai programmi di prevenzione più bassi negli strati di popolazione in condizioni di maggior disagio sociale. I gradienti accennati si osservano anche nei percorsi di assistenza e cura, come ad esempio nelle difficoltà di accesso all’assistenza neonatale e a rischi connessi alla gravidanza. Sempre nell’ambito della prevenzione gli stranieri hanno una minor propensione a sottoporsi alle campagne vaccinali come al vaccino anti rosolia e a quello stagionale anti influenzale.

Un elemento positivo e di novità nella tutela dei minori riguarda la recente possibilità di iscrizione al SSN e alla possibilità di potere usufruire della cura da parte di un pediatra di libera scelta anche per i bambini stranieri presenti sul territorio nazionale.

Favoriscono infine l’integrazione sociale come fattore predisponente la possibilità di accesso ai percorsi assistenziali e di cura, una fitta e capillare rete di servizi socio-assistenziali e sanitari presenti sul territorio: Centri ISI (Informazione Salute Immigrati), ambulatori per stranieri non regolarmente presenti, consultori familiari con le figure professionali dei mediatori culturali, oltre che le associazioni del terzo settore continuano a rappresentare una articolata offerta attenta alle diversità sociali e culturali fondamentali nel migliorare il benessere di queste popolazioni vulnerabili.




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