Una fotografia della violenza sulle donne e i bambini in Italia: il progetto REVAMP

Pubblicato il 13/03/2018 SICUREZZA

a cura di: Carlo Mamo

Il 14 novembre 2017, presso il Ministero della Salute, si è svolta la presentazione dei risultati del Progetto CCM Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d’intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea. REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum)

Il rapporto fornisce linee guida operative per il riconoscimento e la presa in carico di vittime di violenza, con particolare attenzione ai setting di pronto soccorso.

Ecco una sintesi dei risultati tratti dai lavori del tavolo epidemiologico, coordinato dal nostro Servizio.

 

  • La mortalità per omicidi è caratterizzata da ampie fluttuazioni, legate al basso numero di eventi. Si può tuttavia evidenziare come negli uomini il trend nazionale del tasso di mortalità da omicidi appaia chiaramente in costante discesa (0,8*100.000 nel 2014, era 1,3 nel 2005), presentando invece tra le donne una flessione minore (0,3 nel 2014, era 0,4 nel 2005).
  • Il picco di mortalità tra le donne si ha nelle fasce 45-49 e 75-79 anni; tra gli uomini nella fascia 40-45.
  • A livello nazionale, la mortalità maschile segua un gradiente nord-sud, mentre quella femminile si distribuisce più omogeneamente.
  • Il progetto Revamp ha provato a dettagliare maggiormente l’occorrenza di eventi violenti su soggetti vulnerabili, analizzando specifiche realtà territoriali.
  • Si può rilevare una rilevante diminuzione della mortalità per violenze nella fascia di età pediatrica: in Piemonte passa da 0,33 nel 1991-1994 a meno di 0,1 nel 2011-2014, con una marcata riduzione della mortalità tra i maschi e un lieve aumento tra le femmine.
  • Riguardo alle fasce di popolazione di età superiore a settanta anni (di entrambi i sessi) si rileva invece un incremento importante della mortalità, passata da un tasso di 0,96/100.000 nel 1991-1994 ad un tasso di 0,67 nel 2011-2014, senza significative differenze tra i due generi.
  • La distribuzione territoriale della mortalità in Piemonte pone in evidenza la grande area urbana di Torino nella fascia 15-69 anni, per entrambi i generi. Più sfumato il rischio nella grande area urbana se guardiamo alle morti violente di bambini e anziani.
  • Non è al momento possibile ottenere stime accurate della proporzione di omicidi compiute da intimate partner. Nei paesi ad alto reddito, la quota di omicidi di donne compiute da intimate partner si stima compresa tra il 41 e il 48%, mentre per i maschi è intorno al 6%.
  • La mortalità per omicidi presenta un evidente gradiente sociale (è più alta all’abbassarsi del livello socio-economico) nella fascia di età dei giovani e adulti, più marcato tra i maschi, meno nelle femmine, bambini e anziani.
  • L’ospedalizzazione per traumi da violenze riconosciute nelle donne di 15-69 anni, risulta sostanzialmente stabile in Piemonte negli ultimi anni: il tasso passa da 3/100.000 abitanti nel 2003-2005 a 2,7 nel 2012-2014. Nei bambini, negli stessi trienni, passa da 2,5 a
  • Si incrementa invece notevolmente tra le donne il tasso std. di ospedalizzazione per abusi e maltrattamenti, che passa da 2,7 nel 2003-2005 a 4,9 nel 2012-2014. Nei bambini, tale tasso passa negli stessi trienni da 4,7 a 4,6, con maggiore occorrenza del problema nei maschi.
  • In Toscana, si ha invece una riduzione dei trend di ospedalizzazione femminile per violenze (considerando insieme traumi e abusi), con un tasso che passa da 2,1/100.000 nel 2011 a 1,1 nel 2014
  • Nella fascia di età pediatrica, il ridotto numero di eventi non consente valutazioni accurate dei trend temporali, sebbene sembri evidenziarsi una riduzione dei tassi, passati da 3/100.000 nel 2000-2002 a 2 nel 2012-2014. Anche nelle fasce di età pediatriche l’ospedalizzazione è maggiore per i maschi.
  • In Toscana, il tasso di ospedalizzazione per violenze in età pediatrica passa da 7,4 nel 2011 a 4,2 nel 2014.
  • Riguardo agli anziani di età superiore a settanta anni (di entrambi i sessi), si rileva in Piemonte un incremento dell’ospedalizzazione per traumi da violenze, passata da un tasso di 2,8/100.000 nel 2003-2005 ad un tasso di 3,4 nel 2012-2014. I tassi di ospedalizzazione codificati da abusi o maltrattamenti passano da 3,7 a 4,1. Vi è una maggiore occorrenza del problema tra i maschi.
  • Trend analoghi in Toscana, dove si passa da un tasso di 2,9 nel 2011 a 4,9 nel 2014.
  • In Piemonte vi è un rilevante aumento degli accessi in pronto soccorso (PS) codificati come violenze, con tassi risultanti in ascesa, con un picco di 14/10.000 tra i bambini nel 2015, mentre è 4 tra gli anziani, 13 nelle donne giovani e adulte, 12 negli uomini di pari età. Tale trend potrebbe indicare una maggiore sensibilità nelle procedure di riconoscimento, in entrambi i generi e fasce di età, e non necessariamente una recrudescenza del problema.
  • Rispetto al Piemonte, in Toscana, i tassi sono più alti in tutte le fasce di età (col picco di 42*10.000 nelle donne di 15-29 anni): probabilmente, più che un’alta incidenza, vi è una maggiore sensibilità nel riconoscimento degli eventi di violenze nei centri di PS di questa regione (con utilizzo di un codice rosa dedicato alle vittime certe o sospette di abusi).
  • In Sicilia, i tassi di accesso in pronto soccorso per violenze nel 2015 sono pari a 28/10.000 tra gli uomini e 15 nelle donne.
  • Nel Lazio, gli accessi per violenze presentano tassi che arrivano a 339/10.000 nei maschi di 15-29 anni; anche nel sesso femminile, il tasso di accesso più alto si riscontra nella stessa fascia di età (174/10.000).
  • I traumi della testa nel loro insieme sono più frequenti tra i maschi giovani e adulti (30%), meno tra le donne di pari età (15%), mentre nella fascia di età pediatrica e nei pazienti più anziani si arriva al 22%. Distorsioni e colpi di frusta alla colonna cervicale rappresentano il 13% dei traumi da violenze in donne giovani e adulte.
  • I disturbi mentali sono predittivi di accesso in PS per violenze.
  • La percentuale di disturbi neurologici, psichici e congeniti nelle donne che accedono in PS per violenze è del 4,5% in Piemonte e del 6,5% in Toscana, mentre in Liguria e Sicilia si arriva al 12%
  • Si rilevano tassi maggiori di mortalità e ospedalizzazione per traumi da violenze nei soggetti di cittadinanza estera.
  • Mentre la maggioranza delle pazienti italiane ha un’età compresa tra i 20 e i 49 anni, con un picco nella fascia 40-49 anni, le donne migranti sono più giovani, concentrandosi per quasi due terzi nella fascia 20-39 anni, dato che riflette probabilmente anche la composizione per età della popolazione immigrata, mediamente più giovane.
  • A condizioni di maggior fragilità sociale (mancanza di titolo di studio, disoccupazione, condizione di separazione o divorzio, monogenitorialità, non proprietà dell'alloggio), corrispondono sistematicamente più elevati tassi di accessi di donne in Pronto soccorso secondari a violenza.
  • La deprivazione si associa ad ospedalizzazione per abusi e maltrattamenti in età pediatrica e nelle donne adulte.
  • Per le donne vittime di violenza in età fertile (15-49 anni), oltre il 35% dei casi è dovuto ad aggressione dal coniuge o partner sentimentale (nei maschi è meno del 10%)
  • Le violenze su donne e bambini vengono più frequentemente compiute in un ambito domestico e familiare (quasi l’85% dei casi di violenze su donne è compiuto da conoscenti, nei maschi tale percentuale è inferiore al 40%).
  • Nei pronto soccorso partecipanti alla rilevazione SINIACA-IDB, per le donne in età fertile la seconda causa di accesso in PS è stata la violenza sessuale: un caso ogni venti è dovuto a violenza sessuale
  • Alterco e acquisizione illegale di soldi rappresentano i principali contesti dell’aggressione su donne.
  • La violenza su donne viene più spesso (88% dei casi) compiuta a mani nude, senza uso di strumenti.

 

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