Convegno violenza di genere: l’impegno dell’ISS nelle azioni di contrasto e prevenzione per l’assistenza alle donne vittime di violenza 28 novembre 2019, Istituto Superiore di Sanità, Roma

Pubblicato il 19/12/2019 SICUREZZA

a cura di: Carlo Mamo

Il 25 novembre è il giorno internazionalmente dedicato al contrasto delle violenze sulle donne e al ricordo delle vittime. L’Istituto Superiore di Sanità, da anni impegnato sul tema con progetti di ricerca, formazione e sorveglianza ospedaliera, ha per l’occasione organizzato un convegno teso ad analizzare le radici antropologiche e culturali del problema, le sue dimensioni, le azioni di presa in carico, cura e accoglienza delle vittime, la possibilità di riconoscimento in setting sanitari dei casi non denunciati.

Da un punto di vista epidemiologico, il problema delle violenze su donne (e altri soggetti vulnerabili, come bambini e anziani) risulta particolarmente stimolante. Le dimensioni reali vengono periodicamente stimate attraverso survey dedicate. Tuttavia tali survey sono insufficienti a definire indicatori di burden of disease. Per tali indicatori, bisogna affidarsi alle fonti correnti di mortalità e assistenza sanitaria. Se possiamo considerare completi e affidabili i dati di mortalità, quanto possiamo ritenere completi e affidabili i dati traibili dalle fonti correnti sanitarie? Le esperienze di valutazione svolte dal Sepi negli ultimi anni confermano i limiti di sensibilità delle stime, conseguenza dell’elevata sottonotifica. Le vittime tendono a non denunciare l’aggressore (più spesso il coniuge/partner/genitore), e molti traumi da violenza su donne e bambini vengono semplicemente denunciati e codificati come infortuni domestici.

La maggiore frequenza di pazienti esposte a violenza rilevate negli ospedali del Piemonte negli ultimi anni può tuttavia essere giudicata positivamente, poiché conseguenza non tanto di una maggiore occorrenza quanto di un aumentato riconoscimento delle vittime. Regioni più virtuose, come ad esempio la Toscana, già da alcuni anni presentano stime sufficientemente affidabili del problema, grazie a protocolli di pronto soccorso dedicati alle sospette vittime di violenze (è interessante al riguardo notare come il problema di sottostima non riguardi solo il genere femminile).

Ulteriore campo di applicazione dei metodi epidemiologici riguarda la valorizzazione dei campi testuali di pronto soccorso e l’analisi della ripetitività degli accessi nell’ottica di validare procedure automatiche di segnalazione di casi sospetti. Il Sepi sta attualmente lavorando alla validazione di procedure automatizzate di riconoscimento, in collaborazione con l’ISS e il Dipartimento di informatica dell’Università di Torino.

 

Allegati:

Sorveglianza delle violenze su soggetti vulnerabili (diapositive)

Abstract del Convegno

 




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