Chi siamo
La S.C. Servizio Sovrazonale di Epidemiologia (SEPI) è una struttura della ASL TO3, attiva dal 1994, che svolge funzioni di studio e ricerca epidemiologica e nella promozione della salute a beneficio della Regione, delle aziende sanitarie e degli enti locali del Piemonte. Per questo scopo sviluppa, mantiene e rende accessibili le principali fonti di dati sanitarie disponibili nella regione. Si organizza inoltre per osservatori epidemiologici specialistici che coprono le principali dimensioni di salute e della sanità piemontese, dai percorsi assistenziali alla prevenzione, dai rischi da lavoro alle dipendenze, dalla salute mentale agli incidenti. Accanto ai dati fattuali la struttura promuove anche l'elaborazione e la comunicazione dei dati non fattuali, attraverso il DORS, l'unico centro di documentazione e promozione della salute disponibile a livello regionale in Italia. Infine la struttura supporta e gestisce attività accademiche di formazione, ad esempio i corsi di laurea in Tecniche della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro.
Il Servizio fa parte della Rete Regionale di Epidemiologia le cui strutture, nel loro insieme, svolgono le funzioni di osservatorio epidemiologico regionale.
Di cosa parla il sito
A Cura del Prof. Giuseppe Costa
La popolazione piemontese in media sta abbastanza bene: meglio rispetto al passato e spesso anche rispetto a chi vive nel resto d'Italia. Eppure le medie camuffano l'esistenza di differenze sistematiche. Viviamo in una società stratificata, dove le persone più ricche di competenze e risorse stanno meglio, si ammalano di meno e vivono più a lungo. Queste differenze sono socialmente determinate e almeno in parte modificabili ed evitabili. A Torino chi sale sul tram che attraversa la città dalla collina alto-borghese alla barriera operaia di Vallette vede salire dei passeggeri che perdono progressivamente mezzo anno di speranza di vita per ogni chilometro che percorre il tram: più di quattro anni di aspettativa di vita separano i benestanti della collina da chi abita negli isolati più poveri del quartiere Vallette.
È forte la preoccupazione che queste disuguaglianze di salute possano aggravarsi a causa della recessione e che non possano essere adeguatamente contrastate dallo stato sociale e dalla sanità per via delle conseguenti misure di austerità nella spesa pubblica. Fortunatamente i dati dimostrano che la salute soggettiva e quella fisica dei piemontesi è migliorata nel tempo nonostante la crisi, e questo è avvenuto prevalentemente perché stanno invecchiando generazioni che hanno attraversato condizioni di vita migliori di quelle precedenti. Purtroppo molti indicatori di salute mentale segnalano invece un peggioramento soprattutto tra i giovani e gli adulti maschi che sono il gruppo più colpito dalla disoccupazione e dall'incertezza lavorativa.
Una parte di queste variazioni di salute è spiegata da meccanismi ben noti e documentabili, ognuno dei quali potrebbe essere facilmente aggredibile con soluzioni efficaci. Sono quei fattori di rischio che la prevenzione può evitare, come le condizioni di rischio negli ambienti di vita e di lavoro o i fattori di pressione psicosociale, tipo lo squilibrio tra quanto si esige da una persona e il controllo che ha della propria vita; e ancora gli stili di vita insalubri, come il fumo, l'alcool, il sovrappeso, la sedentarietà, la dieta non equilibrata, il sesso non protetto, o le barriere all'accesso alle cure che sono evitabili col miglioramento degli standard di qualità.
Di tutte queste storie parla questo nuovo sito sull'epidemiologia piemontese. Ma non per fare accademia. Quali sono le condizioni di vita, i fattori di rischio, i problemi di accesso alle cure dei piemontesi? Di quali disturbi soffrono, quanto si ammalano, se riescono a guarirne, come muoiono i piemontesi? Come cambiano nel tempo e nello spazio queste grandezze? Sono le informazioni che servono per trovare le situazioni anomale da correggere con opportune azioni. Questo è il servizio che il nuovo sito vuole inaugurare.
Buona lettura.