L’infezione da SARS-CoV-2 in gravidanza: studio prospettico dell’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS)

Pubblicato il 17/08/2020 COVID-19

a cura di: Luisa Mondo e Raffaella Rusciani

Nell’ambito del progetto di sorveglianza ostetrica dell’ISS (ItOSS, (Italian Obstetric Surveillance System) che si occupa della rilevazione dei casi di mortalità materna, dei near miss, del disagio psichico perinatale, in seguito all’epidemia da SARS-CoV-2 è stato messo a punto lo studio osservazionale di coorte su Coronavirus e nascita in Italia (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gravidanza-parto-allattamento-studio-prospettico-itoss) avviato il 25 marzo 2020 con l’adesione di tutte le Regioni e Province Autonome con l’obiettivo di rilevare e analizzare i casi di infezione da virus SARS-CoV-2 nelle donne che, in gravidanza e in puerperio, giungono all’osservazione dei presidi sanitari.

I risultati preliminari del progetto sono stati presentati on line  tramite webinar il 2/7/2020, https://www.youtube.com/watch?v=YRCQEZPwvAM&feature=youtu.be, un primo articolo è disponibile in pre-print
(https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.06.11.20128652v1.article-metrics?fbclid=IwAR2rMKju-nSqIksUUvVGZ7CZq4tkeVUH6TMIZd8ckeDifsHxH9U5PtxMzWg) e sarà inserito negli Annali dell’ISS.

L’articolo descrive le analisi effettuate a livello nazionale inerenti le 146 donne con infezione confermata, che hanno partorito tra il 25 febbraio e il 22 aprile 2020. Si è registrata una netta prevalenza nelle regioni del Nord soprattutto Lombardia, in linea con i dati di diffusione dell’infezione e di sieroprevalenza: il tasso di incidenza è stato di 2,1 per 1000 a livello nazionale e 6,9 ​​/ 1000 nella Regione Lombardia. Il 6% dei neonati è risultato positivo alla nascita: sebbene l'evidenza sia scarsa, la trasmissione verticale non può essere esclusa, ma si ipotizza rara.

Al momento del ricovero in ospedale, il 28,1% delle donne era asintomatico. Gli esiti materni avversi gravi sono stati rari, colpendo quasi esclusivamente il gruppo con polmonite.

Un terzo delle donne ha sviluppato una polmonite e nell’80% dei casi ha ricevuto almeno un trattamento farmacologico. Sul totale il 49,7% delle gestanti ha assunto almeno un farmaco contro l'infezione. È necessario studiare la sicurezza e l'efficacia dei farmaci usati nelle donne in gravidanza in modo da poter meglio scegliere tra le opzioni terapeutiche per la malattia COVID-19 e le complicanze ad essa associate.

Le comorbilità precedenti erano significativamente più alte tra le gestanti che hanno sviluppato una polmonite, l'obesità era la condizione più frequente.

Le multipare sono circa il 70% dando più peso all'ipotesi di maggiore circolazione del virus nelle famiglie con bambini che possono essere portatori asintomatici.

Il ricorso al taglio cesareo (TC) è stato del 32,9% notevolmente inferiore rispetto al 59% della coorte britannica, al 73,5% riportato dalla revisione dell'OMS e soprattutto all'85% della serie cinese. La maggior parte delle indicazioni al TC non era dovuta all'infezione da SARS-CoV-2: la malattia non è un'indicazione per il TC e la protezione della fisiologia del parto è e resta una priorità.

L'osservazione che quasi il 60% delle donne arruolate non ha avuto contatti a rischio nei 14 giorni precedenti l'insorgenza dei sintomi pone l’accento sull'impatto delle infezioni asintomatiche e l'opportunità di prendere in considerazione politiche di screening per le donne in gravidanza al momento del ricovero.

La comunità scientifica, così come le procedure internazionali di revisione tra pari, dovrebbero supportare meglio lo sviluppo e la diffusione di studi che adottano approcci basati sulla popolazione per informare correttamente i clinici e i decisori.




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