Riflessione sugli andamenti della mortalità dopo i picchi di marzo e aprile 2020

Pubblicato il 25/08/2020 COVID-19

a cura di: Alessandro Migliardi

Lo Spiffero, il quotidiano on line di politica, costume e società del 10 luglio 2020 pubblica una riflessione di Giuseppe Costa sull’andamento della mortalità dopo i picchi dei mesi di marzo (+53,1%) e aprile 2020 (+71,1%).

Nel mese di maggio la mortalità in Piemonte, in linea con quella italiana, torna a diminuire, mostrando valori del 2% più bassi rispetto alla media del quinquennio precedente.  L’andamento della mortalità pre-covid dei mesi di gennaio e febbraio è stato più basso di circa un 10% rispetto agli anni passati, attribuibile ad un inverno più mite e ad un’influenza stagionale non molto aggressiva. L’esplosione poi dell’epidemia dei mesi di marzo e aprile ha avuto un effetto particolarmente pronunciato sulla popolazione anziana e più fragile da un punto di vista del suo quadro clinico, provocando un’anticipazione di breve periodo nella mortalità rispetto ai mesi successivi. L’effetto è una compensazione nel numero dei decessi nei mesi che verranno, già cominciato nel mese di maggio e, in assenza di un’estate particolarmente calda e di una ripresa della pandemia in autunno, verosimilmente si protrarrà fino alla fine dell’anno, riportando la mortalità sui valori medi degli anni precedenti. Il lockdown nel periodo più acuto della pandemia è servito per evitare il collasso delle terapie intensive all’interno degli ospedali e del sistema sanitario in genere, oltre ad aver contenuto la diffusione dell’epidemia soprattutto nelle regioni del sud.

I dati completi, dai quali si è attinto per queste riflessioni, sono contenuti nel terzo rapporto congiunto di Istat e Istituto superiore di sanità sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità della popolazione.




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