Health status assessment of a population of asylum seekers in Northern Italy

Pubblicato il 16/06/2022 IMMIGRAZIONE

a cura di: Alessandro Migliardi

Si segnala un interessante lavoro realizzato da un gruppo di giovani ricercatori della rete epidemiologica regionale e delle Università di Padova e Torino sullo stato di salute di una popolazione di migranti richiedenti asilo ospitati da un centro di accoglienza della Croce rossa italiana ubicato nell’area metropolitana torinese.

Attraverso uno studio trasversale retrospettivo realizzato su dati raccolti dal flusso informativo compilato dai medici dei migranti ospiti del centro, il lavoro offre una valutazione del quadro clinico della popolazione ospitata dal centro da giugno del 2016 a maggio del 2018 e proveniente prevalentemente da paesi a forte pressione migratoria dei continenti africano ed asiatico.

Più nel dettaglio lo studio analizza lo stato di salute attraverso le patologie più ricorrenti e le prestazioni di medicina primaria di quasi 10.000 migranti - in larga prevalenza giovani e di sesso maschile - all’arrivo al centro e durante la loro permanenza. Un quarto dei migranti sono arrivati al centro affetti da almeno una patologia: malattie della pelle (28%), dell’apparato respiratorio e digerente (15% circa per entrambe) sono tra le patologie più frequenti. Durante la permanenza nel centro ospitante, i problemi respiratori sono i prevalenti (26%). Il periodo che ha fatto registrare gli accessi con una più alta probabilità di salute compromessa è il 2018 e quello che intercorre nel trimestre settembre-novembre 2016, particolarmente tra i soggetti provenienti dal corno d’Africa e per problemi di tipo dermatologico.

Lo studio fornisce un utile quadro clinico sullo stato di salute della popolazione migrante all’arrivo e durante la permanenza nel centro di accoglienza su un campione di popolazione di grandi dimensioni e con un quadro clinico per prevalenza e tipo di patologie sovrapponibili a quelli riferiti da altri studi su centri di accoglienza di popolazioni con percorsi migratori simili con possibilità di generalizzabilità dei risultati. Benché le patologie registrate fossero lievi e non necessitassero di ospedalizzazione, il sistema di sorveglianza implementato è necessario che tenga conto dell’area di provenienza, del genere, dell’età e della stagione di arrivo dei migranti per organizzare al meglio un sistema di accoglienza adeguato ai bisogni degli ospiti. Sarebbe inoltre necessario sviluppare in modo più puntuale e sostenibile il sistema nella sua capacità di riconoscere e trattare problemi di salute mentale e psicologica.



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