Pubblicato il 10/12/2018 - Autore: Fulvio Ricceri e Teresa Spadea
Nel corso del 42° congresso dell'Associazione Italiana di Epidemiologia, la studentessa di Scienze Strategiche Martina Bronsino ha presentato la relazione dal titolo "Aiutiamole a casa loro? Studio sulle violenze sessuali subite dalle donne richiedenti asilo nel viaggio verso l’Europa a partire dai dati delle ospiti del centro di accoglienza e ricollocamento della regione Piemonte e Valle d’Aosta".
Il lavoro nasce dalla collaborazione tra il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia della ASLTO3, l'Università degli Studi di Torino e la Croce Rossa Italiana che negli ultimi due anni hanno portato avanti un lavoro di ricerca sulla salute dei richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza e ricollocamento "T. Fenoglio", hub regionale di Piemonte e Valle d’Aosta, dove vengono inviati, al momento del loro sbarco in Italia, tutti i richiedenti asilo che sono stati assegnati alle due regioni.
Obiettivo del lavoro era stimare la prevalenza di violenze subite nel viaggio verso l’Italia dalle donne ospiti nel centro "T. Fenoglio" e identificare i principali fattori di rischio e gli esiti associati a tali situazioni.
Su circa 2400 donne, sono stati identificati 46 casi di violenza (prevalenza: 1,85%, IC 95%: 1,39-2,46), di cui 37 casi certi e 9 presunti ma non certificati a causa della mancata collaborazione delle interessate. L'età media delle donne che ha subito abusi è 23,2 anni (range 17-32) e il 67% proviene dalla Nigeria. Il 22% ha dichiarato di essere stata venduta o costretta a prostituirsi con la complicità di familiari e quasi tutte hanno raccontato che gli episodi di violenza sono avvenuti nei campi profughi libici. Più di metà delle donne che ha subito violenza è arrivata in stato di gravidanza (54%) e di queste il 70% ha chiesto un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), inoltre 3 sono risultate HIV-positive.
Da questo studio si può concludere che il fenomeno delle violenze sessuali sulle donne in viaggio verso l'Europa è presente, specialmente per quelle passate dai campi profughi libici. L'alta percentuale di donne in gravidanza tra quelle abusate, di richieste di IVG e la mancata collaborazione osservata in diversi casi suggeriscono una forte sottostima del numero.
Lo studio è stato molto apprezzato dall'Assemblea e Martina Bronsino ha vinto il secondo posto del premio Maccacaro.
Per chi fosse interessato a questi argomenti è scaricabile gratuitamente il risultato di un'analisi sulle causticazioni da viaggio condotta dallo stesso gruppo di ricercatori sulla stessa popolazione di richiedenti asilo:
Martedì 16 gennaio 2024 è stata presentata presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino la venticinquesima edizione del Rapporto dell’Osservatorio interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino.
Il lavoro, relativo alla situazione aggiornata al 2022, fotografa ad ampio raggio la presenza degli stranieri sul territorio della provincia di Torino, dando risalto ai temi della dinamica demografica di questa popolazione, alla loro integrazione sociale nel contesto metropolitano, al mercato del lavoro e alle qualifiche professionali maggiormente ricoperte, al rapporto con le imprese, alla loro presenza nel sistema scolastico nelle scuole e nelle università ed, infine, al profilo di salute dei migranti.
Il 13 dicembre 2022 è stato presentato il nuovo Rapporto 2021 dell’Osservatorio Interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino scritto a più mani da vari enti e istituzioni che si occupano di immigrati. I dati pubblicati fanno riferimento all’anno 2021 e il focus è stato ancora sull’impatto della pandemia in vari settori e ambiti di vita (demografia, lavoro, scuola, giustizia, salute).
Si segnala un interessante lavoro realizzato da un gruppo di giovani ricercatori della rete epidemiologica regionale e delle Università di Padova e Torino sullo stato di salute di una popolazione di migranti richiedenti asilo ospitati da un centro di accoglienza della Croce rossa italiana ubicato nell’area metropolitana torinese.