EQUITÀ

L’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione.

Pubblicato il 08/04/2019 - Autore: Nicolás Zengarini

Atlante disuguaglianze

Mercoledì 27 febbraio 2019, alla presenza della Ministro della Salute Giulia Grillo, è stato presentato il volume Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione promosso dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) e realizzato in collaborazione con Istat e il SEPI.

Il volume conferma che in Italia le disuguaglianze sociali nella mortalità sono presenti in tutte le regioni, e tra le regioni stesse.

Le persone di sesso maschile meno istruite mostrano ovunque, rispetto alle più istruite, una speranza di vita inferiore di tre anni (tra le donne un anno e mezzo), gap a cui si somma lo svantaggio delle regioni del Mezzogiorno, dove i residenti perdono un ulteriore anno di speranza di vita indipendentemente dal livello di istruzione, sia tra gli uomini sia tra le donne.

In particolare il rapporto evidenzia come “le persone con basso titolo di studio hanno una probabilità di morte superiore del 35% tra gli uomini e del 24% tra le donne. La quota di mortalità attribuibile alle condizioni socio-economiche e di vita associate al basso titolo di studio è pari al 18% tra gli uomini e al 13% tra le donne. Nel Paese ci sono aree in cui la mortalità è più elevata rispetto alla media nazionale fino al 26% tra gli uomini e al 30% tra le donne, a parità di distribuzione per età e per titolo di studio.”

Tuttavia si registrano alcune eccezioni: la mortalità cardiovascolare, per esempio, è più elevata nel Mezzogiorno, indipendentemente dal livello di istruzione. Al contrario, il gradiente di mortalità è crescente da Sud a Nord per i tumori nel loro insieme e per la maggior parte delle singole sedi tumorali. Di particolare interesse è l’inedita osservazione di un gradiente Est-Ovest, con maggiore mortalità nel Nord-Ovest e sulla costa tirrenica per molte cause, soprattutto malattie cerebrovascolari e tumori nel loro insieme.

In Italia dunque le disuguaglianze su base geografica si intrecciano con quelle sociali su base individuale, sebbene le seconde non spieghino completamente le prime: il dato sembra suggerire l’esistenza di fattori di contesto in grado di generare differenze geografiche al netto delle differenze socioeconomiche nella salute. Tra i fattori da valutare sono senz’altro compresi quelli riferiti all’assistenza sanitaria erogata, in particolare per le note differenze territoriali in ambito di prevenzione.

Le disuguaglianze di salute osservate richiamano quelle degli stili di vita e di alcuni fattori direttamente correlati ad alcune condizioni patologiche, prime fra tutte le malattie cardiovascolari (come ad esempio la mancata attività fisica, il consumo di fumo, di alcol, il sovrappeso/obesità). Allo stesso tempo i risultati stimolano la necessità di approfondimenti su altri fattori di esposizione, ad esempio ambientali e occupazionali, per condizioni patologiche a più lunga latenza di insorgenza, come alcuni tumori per i quali è più difficile di osservare correlazioni ecologiche forti in senso causale.

Il volume evidenzia infine come “la persistenza di sacche di disuguaglianza nella fruizione di tale diritto (il diritto alla salute ndr), con una capacità di risposta molto variabile tra le regioni, richiama la necessità di un maggior coordinamento e dello sviluppo di attività programmatorie più sistematiche ed efficaci. Politiche attive sulle disuguaglianze di salute possono determinare risparmi per il sistema nel suo complesso, per le ricadute sul fabbisogno assistenziale e sulla produttività, senza contare l’impatto positivo sui carichi di sofferenza delle persone più fragili. Pertanto, i risultati dell’Atlante, alla luce della centralità che il tema delle disuguaglianze ha assunto nel dibattito politico, in conseguenza della recessione di lunga durata e della conseguente crisi sociale degli ultimi anni, costituiscono una base per l’individuazione di politiche che ne contrastino gli effetti nel Paese”.

 

Il volume è stato pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione, rivista dell'Associazione Italiana di Epidemiologia.

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Tag:
SSN istruzione mortalità disuguaglianze equità

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